Ultima modifica: 24 Luglio 2023

19 luglio 1992: 16.58.02

Quel fresco profumo di libertà

Palermo, 19 luglio 1992, domenica. La città è deserta…sono tutti al mare.

Alle 16.58 Paolo Borsellino ha un appuntamento con la mamma, deve accompagnarla dal medico per una visita.

Le macchine con gli uomini della scorta assumono il dispositivo di difesa e si schierano a ventaglio in protezione del magistrato; uno solo resta nell’auto blindata: Antonino Vullo.

Paolo si avvicina al citofono, si accende una sigaretta e all’improvviso una Fiat 126 poco lontano esplode con un boato terrificante trascinando fuoco, fiamme e detriti martoriando i corpi di quelle sei persone.

“Agostino, Vincenzo, Walter, Emanuela, Claudio, Eddie…non vi vedo….non vi sento! C’è fumo, troppo fumo…non vi vedo…non mi vedo… Mamma, mammina mia che cos’è successo…”

“Paolo figghiu miu…Paolo mio che ti ficiru…”

Che cosa strana la vita. Eppure me lo aspettavo dopo tutti i morti ammazzati per mano della mafia, mi ripetevo spesso che prima o poi sarebbe toccato a me, Paolo, Paolo Borsellino….

dal libro “16.58.02 La speranza oltre il rancore”

di Maurizio Primo Carandini

ed. Grappolo di Libri

Fare memoria.

Fare memoria significa conoscere e riconoscere la storia rileggendo fatti, persone, documenti per far si che quella persona sia sempre qui, accanto a noi a testimoniare il senso di una vita.

La memoria è radice di una comunità e fare memoria significa combattere fin dalle giovani generazioni l’abominio delle mafie. Antonino Caponnetto ebbe a dire che la mafia teme la scuola più della Giustizia, l’istituzione toglie l’erba sotto i piedi della cultura mafiosa.

Sono particolarmente grato agli amici del Centro studi Paolo e Rita Borsellino che mi hanno insegnato il senso della “memoria operante” quale motore pulsante delle nuove generazioni. Ho ancora negli occhi e nel cuore il giorno in cui intitolammo la nostra scuola a “Paolo e Rita Borsellino” con la compagnia di amici e amiche e con la consapevolezza di portare, come Dirigente scolastico, l’onere e l’onore di cotanti nomi. Vittorio Teresi, Antonino Palmeri, Chiara Corrao, Claudio Fiore, Francesca Grasta, donne e uomini che con fatica ricordano a tutti noi “il fresco profumo di libertà”, tanto caro a Paolo Borsellino.

Ricordare significa anche aiutare e noi desideriamo aiutare il Centro Studi Paolo e Rita Borsellino con sede in Palermo

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